Activelab
Un Laboratorio di Cittadinanza Attiva in ogni Scuola Direttiva del 2011 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Progetti sperimentali di volontariato ai sensi dell'art. 12, comma 1, lettera d), della legge 266/1991Ogni progettualità nasce da una problematica che ci interroga su possibili soluzioni Il disagio giovanile è una problematica trasversale e pervasiva a livello nazionale. Forse mondiale Le politiche giovanili troppo spesso sono state intese solamente come tempo libero nel quale impegnare i ragazzi, politiche della ricreazione che producono un universo giovanile sempre in pausa, sempre in ricreazione e mai dentro i processiE' un mondo giovanile parcheggiato, che continua ad allenarsi, a fare palestra, a provare tattiche, ma resta sempre in panchina e quando è ora di giocare la partita, la partita la giocano sempre gli altri.
A tutto questo si aggiunge la persistente e pregiudiziale difficoltà a far puntare i riflettori della stampa sui giovani attivi nel volontariato o che si impegnano nel servizio civile, per indicare che non tutti i ragazzi a 15-20 anni sono coinvolti in problemi di violenza, di alcol, di abuso di sostanze, che i giovani sono anche altro. Però sui media inspiegabilmente si evidenziano sempre e solo gli aspetti negativiChi riesce a superare le difficoltà di questa età in modo positivo anche attraverso l'impegno attivo nel sociale, non si vede riconosciuto, si sente invisibile.Le esperienze più positive insegnano che aprendo spazi, individuando tempi, riconoscendo e responsabilizzando i giovani, essi raccolgono le opportunità e si riconoscono molto prima come adulti. Quando ciò non avviene è perché i ragazzi sanno capire se lo spazio è realmente fruibile o è un falso spazio giovanile messo a disposizione alle sole condizioni degli adultiPer cui, per rendere maggiormente protagonisti i giovani, bisogna dare loro voce e riconoscimento.
E non può esserci riconoscimento se non attraverso la materializzazione nel loro quotidiano, nel quotidiano di tutti i ragazzi, di uno spazio e di un tempo che appartiene solo a loro, che loro stessi possono organizzare e finalizzare alle più creative e innovative progettualità di attivismo rivolte in primis alle loro comunità di riferimento, alla soluzione dei problemi che essi stessi sono in grado di riconoscere e far emergere dalla loro diretta esperienza. I giovani devono vivere un senso di appartenenza che nasce e si sviluppa soltanto "se mi sento protagonista, se posso esprimere quel che sento, se posso dire la mia.
Se invece non vi è interesse all'ascolto non si sviluppa alcun senso di appartenenza.Il problema su cui si intende intervenire è dunque la caduta di fiducia nel futuro, l'assenza di valori e la deriva nichilista sempre più diffusa tra giovani e giovanissimi che si esplica sempre più spesso, anche nei contesti di normalità, in emergenza sociale quando si trasforma in violenza gratuita e bullismo fino a divenire per alcuni soggetti anche reale disagio relazionale, devianza ed ostacolo ad un'efficace inclusione socialeAttualmente i ragazzi sentono con sfiducia di non poter essere in grado di divenire pienamente agenti di cambiamento nelle realtà in cui vivono Bisogna restituire alla popolazione giovanile il desiderio e la convinzione di esercitare appieno il ruolo di motore del futuro.
La proposta insita in questo progetto, evidenziata dal titolo esplicito, promuove la creazione di un laboratorio di cittadinanza attiva in ogni scuola. Perché la scuola è il luogo di appartenenza di tutti i giovani e dunque solo la scuola può istituzionalizzare e mettere a sistema la più vasta rete nazionale di "palestre dell'impegno sociale attivo". Solo all'interno dello spazio scolastico può trovare accoglimento e giusto riconoscimento un ACTIVELAB, un "Laboratorio di Cittadinanza Attiva" che abbia lo stesso, se non superiore, valore pedagogico e formativo di un laboratorio informatico, di una mediateca, di una biblioteca, di una palestra per lo sport.
Altri progetti
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